FLC CGIL ISTAT Liegi
Il blog della FLC-CGIL della sede Istat di viale Liegi (Roma)
martedì 6 dicembre 2011
venerdì 5 agosto 2011
Sintesi delle decisioni del Consiglio del 4 agosto 2011
Trattamento economico dirigenti tecnici
Il Consiglio, a seguito della definizione dell’assetto organizzativo conseguente
all’approvazione del DPR 166/2010 e, da ultimo, del DPCM 28 aprile 2011, ha esaminato
le questioni attinenti al trattamento giuridico ed economico dei dirigenti degli uffici tecnici
generali. Ha convenuto di differenziare le retribuzioni in base alle diverse responsabilità la
posizione dei direttore di dipartimento e di direttore centrale, definendo le rispettive
strutture retributive con riferimento all’area VII della dirigenza degli enti di ricerca, legando
cioè la retribuzione ai risultati conseguiti, oltre che alla posizione ricoperta. Il Consiglio ha
approvato la composizione del fondo per i dirigenti amministrativi e di quello per gli
incaricati di uffici tecnici generali, contenendo, come previsto dalla normativa vigente, la
spesa nei limiti di quella precedentemente erogata dall’ente.
Stato di attuazione del programma triennale 2011-2013 per la trasparenza e l’integrità
Il Consiglio ha esaminato e preso atto della relazione presentata che evidenzia le
realizzazioni documentate dall’Istituto nel primo semestre dell’anno in adempimento alla
normativa specifica.
Campagna di comunicazione per il censimento generale della popolazione e delle
abitazioni
Sono stati presentati gli obiettivi della campagna, nonché lo sviluppo delle sue diverse fasi
nel tempo. Il Consiglio ha apprezzato il lavoro svolto ed ha formulato alcune proposte per il
miglioramento della campagna.
Disegno organizzativo dell’Istituto
Il Consiglio ha proseguito l’esame dell’organizzazione, soffermandosi in particolare sulle
articolazioni interne alle direzioni e ai servizi, valutando diverse ipotesi di
razionalizzazione delle strutture stesse e si è riservato di assumere una decisione in
merito in una delle prossime riunioni.
Varie ed eventuali
Il Consiglio ha approvato la modifica del Piano generale di censimento per tenere conto
della costituzione degli uffici comunali di censimento in forma associata.
Il Consiglio ha deliberato il contributo all’attività della Società Italiana di Statistica nella
misura già erogata l’anno scorso.
Il Consiglio, a seguito della definizione dell’assetto organizzativo conseguente
all’approvazione del DPR 166/2010 e, da ultimo, del DPCM 28 aprile 2011, ha esaminato
le questioni attinenti al trattamento giuridico ed economico dei dirigenti degli uffici tecnici
generali. Ha convenuto di differenziare le retribuzioni in base alle diverse responsabilità la
posizione dei direttore di dipartimento e di direttore centrale, definendo le rispettive
strutture retributive con riferimento all’area VII della dirigenza degli enti di ricerca, legando
cioè la retribuzione ai risultati conseguiti, oltre che alla posizione ricoperta. Il Consiglio ha
approvato la composizione del fondo per i dirigenti amministrativi e di quello per gli
incaricati di uffici tecnici generali, contenendo, come previsto dalla normativa vigente, la
spesa nei limiti di quella precedentemente erogata dall’ente.
Stato di attuazione del programma triennale 2011-2013 per la trasparenza e l’integrità
Il Consiglio ha esaminato e preso atto della relazione presentata che evidenzia le
realizzazioni documentate dall’Istituto nel primo semestre dell’anno in adempimento alla
normativa specifica.
Campagna di comunicazione per il censimento generale della popolazione e delle
abitazioni
Sono stati presentati gli obiettivi della campagna, nonché lo sviluppo delle sue diverse fasi
nel tempo. Il Consiglio ha apprezzato il lavoro svolto ed ha formulato alcune proposte per il
miglioramento della campagna.
Disegno organizzativo dell’Istituto
Il Consiglio ha proseguito l’esame dell’organizzazione, soffermandosi in particolare sulle
articolazioni interne alle direzioni e ai servizi, valutando diverse ipotesi di
razionalizzazione delle strutture stesse e si è riservato di assumere una decisione in
merito in una delle prossime riunioni.
Varie ed eventuali
Il Consiglio ha approvato la modifica del Piano generale di censimento per tenere conto
della costituzione degli uffici comunali di censimento in forma associata.
Il Consiglio ha deliberato il contributo all’attività della Società Italiana di Statistica nella
misura già erogata l’anno scorso.
mercoledì 3 agosto 2011
Valutazione “sperimentale” all’Istat: solo propaganda filo governativa? A farne le spese saranno comunque il personale e i Capi Servizio
Ad un mese dal nostro ultimo comunicato sulla maldestra applicazione del Dlgs. 150/2009 nel nostro Istituto, l’Amministrazione continua ad apparire in uno stato decisamente confusionale. Dopo essere stati costretti a fare marcia indietro rispetto all’impraticabile applicazione per il 2011 del sistema e all’assurda pretesa di far controfirmare le schede di valutazione dai lavoratori, ora di gran corsa sembra si stia partendo con la cosiddetta “sperimentazione” del sistema di valutazione della performance.
Un modo come un altro per far sapere al ministro più maleducato della Repubblica, che questo sistema ha “ideato”, che all’Istat la valutazione del nulla e la trasparenza degli spiccioli piacciono proprio tanto. Il ministro Brunetta beneficerà senza dubbio dell’accondiscendenza dell’Istat in un quadro come quello del comparto Ricerca, in cui nessun Ente ha intenzione di favorire la messa in opera del ridicolo dispositivo di pseudo valutazione previsto dalla 150/09.
Eppure, a nostro avviso, la trovata della “sperimentazione” utilizzata per aggirare le nostre azioni di contrasto non riuscirà a far applicare l’inapplicabile al nostro Istituto. La Flc Cgil infatti ha, nella giornata di ieri, inviato una lettera di contestazione indirizzata a tutti i capi servizio, in cui si ribadisce l’illegittimità del ruolo di valutatori ad essi assegnato. La lettera
è un invito a desistere dal procedere con la valutazione del personale, a rifiutarsi per evitarne le conseguenze. Nella comunicazione si precisa che i lavoratori valutati ai sensi della 150/09 da un soggetto non deputato a svolgere tale valutazione subiscono una lesione dei propri diritti e dei propri interessi. Nel caso in cui il capo servizio dovesse procedere comunque alla valutazione e da quest’ultima risultassero conseguenze di natura giuridica ed economica la responsabilità, sia civile che amministrativa, sarebbe anche a
loro carico. Per quanto riguarda poi i ricercatori e tecnologi, per i quali si resta in attesa della delibera Anvur, l’irragionevolezza della valutazione e lo sperpero di risorse connesso, sono ancora più evidenti (in assenza di qualunque indicazione, su quali fondamenti si dovrebbe andare a svolgere la sperimentazione?). Ricordiamo che questa lettera segue ed
è coerente con quella inviata al Presidente Giovannini l’11 luglio scorso, in cui si denuncia l’illegittimità dell’affidamento del ruolo di valutatori del personale non dirigenziale ai capi servizio; i quali peraltro, oltre ad essere stati investiti di compiti che la legge attribuisce esclusivamente ai dirigenti, sarebbero anche sottoposti fin dall’anno corrente alla
valutazione della performance “con effetti giuridici ed economici”, anche qui in contrasto con la normativa vigente.
L’aspetto incredibile di questa vicenda è che, nella riunione tra capi servizio, presidente e direttore generale tenutasi lo scorso luglio sulla valutazione, sono emersi con chiarezza i dubbi e le perplessità oggettive derivanti dalle scelte errate dell’Istituto su questa materia.
Sembrerebbe che in quella sede i capi servizio siano stati addirittura aspramente redarguiti e perentoriamente invitati ad eseguire le decisioni prese dai vertici. Evidentemente per Presidente e Direttore Generale sindacati, lavoratori, e in ultimo perfino i responsabili dei servizi, sono tutti, ma proprio tutti, dissennati disturbatori dei propri brillanti disegni.
Come nella barzelletta dell’automobilista che va contromano in autostrada credendo siano gli altri a sbagliare, anche all’Istat tutto il mondo ha torto e qualcuno, incompreso, ha sempre ragione.
D’altronde lo scopo della Brunetta, molto in sintonia con l’amministrazione Giovannini e la sua riorganizzazione, è esattamente quello di sottomettere lavoratori ed organizzazioni sindacali, irrigidire la gerarchia degli istituti, accentrare il comando, politicizzando pesantemente anche il governo dei processi di produzione: alla faccia dell’autonomia della ricerca. Non sarà sfuggito, da questo punto di vista, l’art. 1 del nuovo Regolamento d’Istituto, nel quale si dichiara che l’ordinamento dell’Istat “si ispira”, in tema, ai principi individuati dal sagace Brunetta.
La corsa folle dell’Istat verso l’applicazione della Brunetta qualcosa di molto concreto lo ha già creato: spreco immane di tempo, scialo di risorse, aumento della demotivazione sia nel personale che nella dirigenza intermedia (che si trova oggi esattamente al centro di questa pericolosa commedia). La sperimentazione improvvisata dei vertici dell’Istituto, priva di finalità e direttive chiare, se non quelle della propaganda governativa, per ora ha causato
un procedere in ordine sparso dei diversi servizi, anche per quanto riguarda
l’assegnazione degli obiettivi e la consegna delle schede di valutazione al personale. In alcuni casi ci sono stati vari incontri tra capo servizio e personale – incontri in cui peraltro in luogo dei dovuti chiarimenti spesso sono emerse soltanto lacune ed errori del sistema –
in altri il personale si è visto recapitare le schede di valutazione via email, senza aver mai affrontato il tema con i propri superiori, ed infine una parte del personale non ha ricevuto né documentazione né schede di valutazione. Con la conseguenza che sulla
“sperimentazione” per il 2011, e finanche sui contenuti delle schede (obiettivi e
comportamenti) per gran parte dei lavoratori c’è il buio completo!
In conclusione si ribadisce l’invito ai capi servizio a rifiutarsi per propria autotutela, di svolgere la valutazione del personale. Ridicolo, a tal proposito, chi si spinge a sostenere che gli atti della riorganizzazione dell’Istat siano utili ad assimilare i dirigenti di ricerca alla
dirigenza amministrativa ai sensi della 165/01. D’altro canto se istituti come l’Inail (che comprende oggi l’ex Ispesl), che in una prima fase avevano ipotizzato nei propri documenti di lavoro di individuare i responsabili di struttura come valutatori, poi hanno fatto repentinamente marcia indietro in sede di stesura del testo definitivo, il ragionevole dubbio, se non riesce a permeare i vertici d’Istituto, è bene che informi quantomeno chi rischia di pagarne le conseguenze in prima persona.
L’invito ai lavoratori oggetto di sperimentazione resta invece quello contenuto del
comunicato di Luglio. Non collaborare a nessun titolo, individuare tutti i livelli di contraddizione del sistema, ma non evidenziarli in questa fase. Ricordiamo infatti che la valutazione per l’anno corrente, non ha conseguenze giuridico economiche perchè sperimentale, e i contenuti sono difficilmente impugnabili in sede giudiziaria. Le critiche che evidenzino le numerose falle del sistema è bene conservarle per quando cesserà la sperimentazione e si entrerà nella fase di valutazione vera e propria, se mai ci si arriverà.
Flc Cgil Istat, 3 agosto 2011
Un modo come un altro per far sapere al ministro più maleducato della Repubblica, che questo sistema ha “ideato”, che all’Istat la valutazione del nulla e la trasparenza degli spiccioli piacciono proprio tanto. Il ministro Brunetta beneficerà senza dubbio dell’accondiscendenza dell’Istat in un quadro come quello del comparto Ricerca, in cui nessun Ente ha intenzione di favorire la messa in opera del ridicolo dispositivo di pseudo valutazione previsto dalla 150/09.
Eppure, a nostro avviso, la trovata della “sperimentazione” utilizzata per aggirare le nostre azioni di contrasto non riuscirà a far applicare l’inapplicabile al nostro Istituto. La Flc Cgil infatti ha, nella giornata di ieri, inviato una lettera di contestazione indirizzata a tutti i capi servizio, in cui si ribadisce l’illegittimità del ruolo di valutatori ad essi assegnato. La lettera
è un invito a desistere dal procedere con la valutazione del personale, a rifiutarsi per evitarne le conseguenze. Nella comunicazione si precisa che i lavoratori valutati ai sensi della 150/09 da un soggetto non deputato a svolgere tale valutazione subiscono una lesione dei propri diritti e dei propri interessi. Nel caso in cui il capo servizio dovesse procedere comunque alla valutazione e da quest’ultima risultassero conseguenze di natura giuridica ed economica la responsabilità, sia civile che amministrativa, sarebbe anche a
loro carico. Per quanto riguarda poi i ricercatori e tecnologi, per i quali si resta in attesa della delibera Anvur, l’irragionevolezza della valutazione e lo sperpero di risorse connesso, sono ancora più evidenti (in assenza di qualunque indicazione, su quali fondamenti si dovrebbe andare a svolgere la sperimentazione?). Ricordiamo che questa lettera segue ed
è coerente con quella inviata al Presidente Giovannini l’11 luglio scorso, in cui si denuncia l’illegittimità dell’affidamento del ruolo di valutatori del personale non dirigenziale ai capi servizio; i quali peraltro, oltre ad essere stati investiti di compiti che la legge attribuisce esclusivamente ai dirigenti, sarebbero anche sottoposti fin dall’anno corrente alla
valutazione della performance “con effetti giuridici ed economici”, anche qui in contrasto con la normativa vigente.
L’aspetto incredibile di questa vicenda è che, nella riunione tra capi servizio, presidente e direttore generale tenutasi lo scorso luglio sulla valutazione, sono emersi con chiarezza i dubbi e le perplessità oggettive derivanti dalle scelte errate dell’Istituto su questa materia.
Sembrerebbe che in quella sede i capi servizio siano stati addirittura aspramente redarguiti e perentoriamente invitati ad eseguire le decisioni prese dai vertici. Evidentemente per Presidente e Direttore Generale sindacati, lavoratori, e in ultimo perfino i responsabili dei servizi, sono tutti, ma proprio tutti, dissennati disturbatori dei propri brillanti disegni.
Come nella barzelletta dell’automobilista che va contromano in autostrada credendo siano gli altri a sbagliare, anche all’Istat tutto il mondo ha torto e qualcuno, incompreso, ha sempre ragione.
D’altronde lo scopo della Brunetta, molto in sintonia con l’amministrazione Giovannini e la sua riorganizzazione, è esattamente quello di sottomettere lavoratori ed organizzazioni sindacali, irrigidire la gerarchia degli istituti, accentrare il comando, politicizzando pesantemente anche il governo dei processi di produzione: alla faccia dell’autonomia della ricerca. Non sarà sfuggito, da questo punto di vista, l’art. 1 del nuovo Regolamento d’Istituto, nel quale si dichiara che l’ordinamento dell’Istat “si ispira”, in tema, ai principi individuati dal sagace Brunetta.
La corsa folle dell’Istat verso l’applicazione della Brunetta qualcosa di molto concreto lo ha già creato: spreco immane di tempo, scialo di risorse, aumento della demotivazione sia nel personale che nella dirigenza intermedia (che si trova oggi esattamente al centro di questa pericolosa commedia). La sperimentazione improvvisata dei vertici dell’Istituto, priva di finalità e direttive chiare, se non quelle della propaganda governativa, per ora ha causato
un procedere in ordine sparso dei diversi servizi, anche per quanto riguarda
l’assegnazione degli obiettivi e la consegna delle schede di valutazione al personale. In alcuni casi ci sono stati vari incontri tra capo servizio e personale – incontri in cui peraltro in luogo dei dovuti chiarimenti spesso sono emerse soltanto lacune ed errori del sistema –
in altri il personale si è visto recapitare le schede di valutazione via email, senza aver mai affrontato il tema con i propri superiori, ed infine una parte del personale non ha ricevuto né documentazione né schede di valutazione. Con la conseguenza che sulla
“sperimentazione” per il 2011, e finanche sui contenuti delle schede (obiettivi e
comportamenti) per gran parte dei lavoratori c’è il buio completo!
In conclusione si ribadisce l’invito ai capi servizio a rifiutarsi per propria autotutela, di svolgere la valutazione del personale. Ridicolo, a tal proposito, chi si spinge a sostenere che gli atti della riorganizzazione dell’Istat siano utili ad assimilare i dirigenti di ricerca alla
dirigenza amministrativa ai sensi della 165/01. D’altro canto se istituti come l’Inail (che comprende oggi l’ex Ispesl), che in una prima fase avevano ipotizzato nei propri documenti di lavoro di individuare i responsabili di struttura come valutatori, poi hanno fatto repentinamente marcia indietro in sede di stesura del testo definitivo, il ragionevole dubbio, se non riesce a permeare i vertici d’Istituto, è bene che informi quantomeno chi rischia di pagarne le conseguenze in prima persona.
L’invito ai lavoratori oggetto di sperimentazione resta invece quello contenuto del
comunicato di Luglio. Non collaborare a nessun titolo, individuare tutti i livelli di contraddizione del sistema, ma non evidenziarli in questa fase. Ricordiamo infatti che la valutazione per l’anno corrente, non ha conseguenze giuridico economiche perchè sperimentale, e i contenuti sono difficilmente impugnabili in sede giudiziaria. Le critiche che evidenzino le numerose falle del sistema è bene conservarle per quando cesserà la sperimentazione e si entrerà nella fase di valutazione vera e propria, se mai ci si arriverà.
Flc Cgil Istat, 3 agosto 2011
Donazione sangue
Giovedì 4 agosto, a partire dalle ore 8.00, i dipendenti dell’Istituto potranno effettuare la donazione del sangue presso l’autoemoteca sita in Piazza del Viminale. È consigliabile segnalare in anticipo la propria disponibilità, contattando il responsabile del Gruppo donatori Andrea Del Medico, tel. 7444, e-mail: delmedic@istat.it
Sintesi delle decisioni assunte dal Consiglio dell’Istat nella seduta di martedì 26 luglio 2011
Sintesi delle decisioni del Consiglio del 26 luglio 2011
Riordino dell’Istituto: AOG1
Il Consiglio, preso atto della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 25 luglio 2011 del
DPCM 28 aprile 2011 recante il Regolamento di organizzazione dell’ISTAT e modifiche al
disegno organizzativo, ha proceduto all’esame del nuovo AOG 1 “Lineamenti fondamentali
di organizzazione e funzionamento dell’istituto Nazionale di Statistica” che stabilisce
disposizioni sull’organizzazione e il funzionamento dell’Istituto. Dopo una attenta analisi, il
Consiglio ha approvato il documento presentato con le modifiche concordate ed ha
contestualmente abrogato tutti i precedenti AOG incompatibili o che comunque hanno
esaurito i relativi effetti giuridici.
Il Consiglio ha preso atto che sono in corso di conclusione le procedure comparative per
l’individuazione dei capi dipartimento e dei direttori centrali dei settori di produzione e
ricerca ed ha condiviso l’esigenza di un’ulteriore proroga dei contratti dei direttori tecnici
per un mese e mezzo, autorizzandola fino al 15 settembre 2011 o diversa durata in
relazione all’esito della procedura comparativa in corso.
Trattamento economico dei dirigenti tecnici
Il Consiglio ha preso atto che, ai sensi dell’art. 4, comma 4, lett f) del DPCM 28 aprile
2011, è propria competenza determinare il compenso dei dirigenti preposti ai dipartimenti
e alle direzioni centrali di produzione e ricerca, con riferimento al CCNL della dirigenza di
area ricerca. Di conseguenza ha svolto un’approfondita analisi della normativa in materia
riservandosi di decidere dopo ulteriori valutazioni di carattere giuridico ed economico.
Valutazione dei dirigenti generali per il 2010
Il Presidente ha presentato i risultati della valutazione dei direttori per il 2010 ed il
Consiglio ne ha preso atto.
Campagna di comunicazione per il censimento generale della popolazione
Per il protrarsi dell’esame dei punti precedenti, il Consiglio ha rinviato la trattazione ad una
prossima seduta.
Riordino dell’Istituto: AOG1
Il Consiglio, preso atto della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 25 luglio 2011 del
DPCM 28 aprile 2011 recante il Regolamento di organizzazione dell’ISTAT e modifiche al
disegno organizzativo, ha proceduto all’esame del nuovo AOG 1 “Lineamenti fondamentali
di organizzazione e funzionamento dell’istituto Nazionale di Statistica” che stabilisce
disposizioni sull’organizzazione e il funzionamento dell’Istituto. Dopo una attenta analisi, il
Consiglio ha approvato il documento presentato con le modifiche concordate ed ha
contestualmente abrogato tutti i precedenti AOG incompatibili o che comunque hanno
esaurito i relativi effetti giuridici.
Il Consiglio ha preso atto che sono in corso di conclusione le procedure comparative per
l’individuazione dei capi dipartimento e dei direttori centrali dei settori di produzione e
ricerca ed ha condiviso l’esigenza di un’ulteriore proroga dei contratti dei direttori tecnici
per un mese e mezzo, autorizzandola fino al 15 settembre 2011 o diversa durata in
relazione all’esito della procedura comparativa in corso.
Trattamento economico dei dirigenti tecnici
Il Consiglio ha preso atto che, ai sensi dell’art. 4, comma 4, lett f) del DPCM 28 aprile
2011, è propria competenza determinare il compenso dei dirigenti preposti ai dipartimenti
e alle direzioni centrali di produzione e ricerca, con riferimento al CCNL della dirigenza di
area ricerca. Di conseguenza ha svolto un’approfondita analisi della normativa in materia
riservandosi di decidere dopo ulteriori valutazioni di carattere giuridico ed economico.
Valutazione dei dirigenti generali per il 2010
Il Presidente ha presentato i risultati della valutazione dei direttori per il 2010 ed il
Consiglio ne ha preso atto.
Campagna di comunicazione per il censimento generale della popolazione
Per il protrarsi dell’esame dei punti precedenti, il Consiglio ha rinviato la trattazione ad una
prossima seduta.
È in vigore il nuovo regolamento di organizzazione
E' entrato in vigore il nuovo regolamento di organizzazione dell’Istituto, di cui al DPCM 28 aprile 2011 adottato ai sensi dell’articolo 5, comma 1 del DPR n. 166/2010 e pubblicato il 25 luglio nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Insieme al regolamento è divenuta operativa anche la nuova pianta organica. Con l’entrata in vigore del DPCM, cessa l'efficacia del previgente regolamento di organizzazione, con annesso disegno organizzativo e relativa pianta organica.
Pietralata, prende forma lo SDO: al via campus universitario, sede Istat e opere pubbliche
Roma, 29 luglio – Consegnate ufficialmente in Campidoglio le aree per il nuovo campus universitario della Sapienza a Pietralata. Si dà così seguito concreto alla convenzione del 23 marzo scorso tra Roma Capitale e ateneo. E prende corpo, con il prossimo avvio dei cantieri per la nuova sede Istat e con i lavori in corso per la viabilità di zona, il nuovo SDO, il sistema direzionale atteso da decenni. Hanno presentato il progetto il sindaco Gianni Alemanno, il rettore dell’università Sapienza Luigi Frati e l’assessore capitolino Fabrizio Ghera (Lavori Pubblici e Periferie).
In base alla convenzione del 23 marzo, nei prossimi tre anni saranno realizzati edifici per circa 230 mila metri cubi e 71.640 metri quadri di superficie: un vasto complesso per la ricerca con residenze per studenti e docenti, nel cuore del sistema direzionale che si va sviluppando. Nel campus troveranno dunque posto, oltre alle residenze, strutture di ricerca clinica e degenza con un polo internazionale di biotecnologie mediche. “Una seconda città universitaria di fatto”, ha detto il rettore Frati. Il tutto comporterà un investimento di circa 100 milioni di euro.
Dal punto di vista urbanistico e architettonico, il campus – completamente riprogettato, vedi qui oltre – farà perno su due piazze: quella interna al complesso, aperta al pubblico e assegnata all’ateneo (chiamato a caratterizzarla con propri “elementi identitari”); e quella esterna, costituita da una radicale rivisitazione dell’attuale largo Quintiliani (dov’è la fermata della metro) che diverrà, grazie a un concorso internazionale bandito dal Campidoglio, una “moderna piazza italiana” di 30 mila metri quadri.
Quest’ultima, in base al progetto, costituirà lo snodo centrale dello SDO, visto che su essa affacceranno le sedi universitarie, quella dell’Istat e gli altri principali edifici pubblici. E sarà l’elemento di transizione fra campus e città, marcando nel contempo la centralità del complesso universitario nel nuovo sistema direzionale di Pietralata: un territorio di oltre 170 ettari, noto per esser rimasto fermo oltre quarant’anni (lo SDO nasce con il piano regolatore del 1965 e da allora esiste solo sulla carta).
In questo ampio territorio tra Stazione Tiburtina, via dei Monti Tiburtini e via Tiburtina (lato Portonaccio) “sta finalmente sorgendo” – sottolinea il Campidoglio in una nota – “il grande complesso di edifici destinati alle sedi dell’Istat, dell’università e di altre pubbliche istituzioni, che sarà completato con infrastrutture e servizi destinati anche al quartiere già esistente di Pietralata, collocato intorno all’area rimasta completamente degradata e in stato di abbandono fino ad oggi”. Ciò vale soprattutto, prosegue il Campidoglio, per l’area su cui sorge dal 1981 la stazione Quintiliani della metro B, “un’ampia zona abbandonata e in degrado, proprio al centro di quello che doveva essere il complesso dello SDO”.
A settembre 2009, ricorda quindi la nota di Roma Capitale, è stato approvato il nuovo “progetto unitario urbanistico” dell’Assessorato ai Lavori Pubblici che ha “eliminato gli ostacoli che rendevano irrealizzabili gli interventi” e ha “concretamente accelerato lo sgombero di tutte le aree”, ricollocando gli artigiani in fabbricati comunali e i residenti a basso reddito in case popolari.
Il progetto del campus, come si diceva, è stato ampiamente riformulato: è stata eliminata la cosiddetta “piastra basamentale”, un’enorme placca di cemento armato di 80 mila metri quadri che doveva unire ai piani superiori i quattro blocchi delle sedi direzionali. La piastra, osserva il Campidoglio, avrebbe provocato degrado, tolto luce al terreno circostante, determinato inquinamento ambientale e sarebbe costata cifre cospicue.
Cancellata la mega-copertura di cemento, il nuovo progetto è stato approvato con delibera a dicembre 2010, inserendo tra l’altro migliorie alla viabilità e alla sicurezza stradale: rotatorie al posto degli incroci, un sottopasso su via Monti Tiburtini, da Pietralata verso l’ospedale Pertini e viceversa, che riconnette i settori nord e sud del quartiere e dà così piena funzione urbana alla nuova piazza davanti alla metro Quintiliani.
Nel “pacchetto” del nuovo SDO c’è anche la nuova sede Istat: 190 mila metri cubi, seimila metri quadri di uffici. Ora l’Istat, grazie alla variante approvata, può avviare i cantieri e utilizzare il finanziamento di 100 mila euro assegnato dallo stato già nel 2006 e rimasto finora inutilizzabile.
Le opere stradali a servizio del centro direzionale: sono in corso dal 2009 ed erano state affidate già nel 2007 dal Provveditorato alle Opere pubbliche, ma i lavori erano rimasti fermi a causa della indisponibilità delle aree, poi sbloccate e sgomberate dal Campidoglio dando nuovi locali a residenti e imprese. Nel comprensorio si stanno portando avanti quattro interventi principali di viabilità, per circa 4 chilometri di nuove strade e 2 di strade esistenti in ristrutturazione. Tra le opere previste ci sono due sottopassi, una galleria di 100 metri, un cavalcavia e un ponte pedonale di collegamento con la nuova Stazione Tiburtina (vedi qui appresso). I lavori, informa il Campidoglio, “sono coordinati dall’ufficio Attuazione SDO del Dipartimento Periferie di Roma Capitale e condotti per circa il 70% dal Provveditorato alle Opere pubbliche in qualità di stazione appaltante”. Come il campus universitario, le opere viarie saranno concluse entro il 2013.
Il ponte pedonale: dalla nuova piazza Quintiliani partirà un ponte meccanizzato che unirà direttamente la piazza (e con essa il centro direzionale) alla nuova Tangenziale “interna” e alla nuova Stazione Tiburtina, facendone di fatto il terminal urbano e costituendo un sistema integrato tra metropolitana, percorso ciclo-pedonale, ferrovia e viabilità su strada; il tutto a servizio dello SDO e delle sue attività.
Edifici pubblici, un moderno campus accademico, un quartiere che cambia volto, la rete stradale e dei trasporti concepita in armonia con il progetto urbanistico: il via ai lavori di Pietralata, ha detto il sindaco Alemanno, è l’alfa di “una grande opera strategica per la città”.
In base alla convenzione del 23 marzo, nei prossimi tre anni saranno realizzati edifici per circa 230 mila metri cubi e 71.640 metri quadri di superficie: un vasto complesso per la ricerca con residenze per studenti e docenti, nel cuore del sistema direzionale che si va sviluppando. Nel campus troveranno dunque posto, oltre alle residenze, strutture di ricerca clinica e degenza con un polo internazionale di biotecnologie mediche. “Una seconda città universitaria di fatto”, ha detto il rettore Frati. Il tutto comporterà un investimento di circa 100 milioni di euro.
Dal punto di vista urbanistico e architettonico, il campus – completamente riprogettato, vedi qui oltre – farà perno su due piazze: quella interna al complesso, aperta al pubblico e assegnata all’ateneo (chiamato a caratterizzarla con propri “elementi identitari”); e quella esterna, costituita da una radicale rivisitazione dell’attuale largo Quintiliani (dov’è la fermata della metro) che diverrà, grazie a un concorso internazionale bandito dal Campidoglio, una “moderna piazza italiana” di 30 mila metri quadri.
Quest’ultima, in base al progetto, costituirà lo snodo centrale dello SDO, visto che su essa affacceranno le sedi universitarie, quella dell’Istat e gli altri principali edifici pubblici. E sarà l’elemento di transizione fra campus e città, marcando nel contempo la centralità del complesso universitario nel nuovo sistema direzionale di Pietralata: un territorio di oltre 170 ettari, noto per esser rimasto fermo oltre quarant’anni (lo SDO nasce con il piano regolatore del 1965 e da allora esiste solo sulla carta).
In questo ampio territorio tra Stazione Tiburtina, via dei Monti Tiburtini e via Tiburtina (lato Portonaccio) “sta finalmente sorgendo” – sottolinea il Campidoglio in una nota – “il grande complesso di edifici destinati alle sedi dell’Istat, dell’università e di altre pubbliche istituzioni, che sarà completato con infrastrutture e servizi destinati anche al quartiere già esistente di Pietralata, collocato intorno all’area rimasta completamente degradata e in stato di abbandono fino ad oggi”. Ciò vale soprattutto, prosegue il Campidoglio, per l’area su cui sorge dal 1981 la stazione Quintiliani della metro B, “un’ampia zona abbandonata e in degrado, proprio al centro di quello che doveva essere il complesso dello SDO”.
A settembre 2009, ricorda quindi la nota di Roma Capitale, è stato approvato il nuovo “progetto unitario urbanistico” dell’Assessorato ai Lavori Pubblici che ha “eliminato gli ostacoli che rendevano irrealizzabili gli interventi” e ha “concretamente accelerato lo sgombero di tutte le aree”, ricollocando gli artigiani in fabbricati comunali e i residenti a basso reddito in case popolari.
Il progetto del campus, come si diceva, è stato ampiamente riformulato: è stata eliminata la cosiddetta “piastra basamentale”, un’enorme placca di cemento armato di 80 mila metri quadri che doveva unire ai piani superiori i quattro blocchi delle sedi direzionali. La piastra, osserva il Campidoglio, avrebbe provocato degrado, tolto luce al terreno circostante, determinato inquinamento ambientale e sarebbe costata cifre cospicue.
Cancellata la mega-copertura di cemento, il nuovo progetto è stato approvato con delibera a dicembre 2010, inserendo tra l’altro migliorie alla viabilità e alla sicurezza stradale: rotatorie al posto degli incroci, un sottopasso su via Monti Tiburtini, da Pietralata verso l’ospedale Pertini e viceversa, che riconnette i settori nord e sud del quartiere e dà così piena funzione urbana alla nuova piazza davanti alla metro Quintiliani.
Nel “pacchetto” del nuovo SDO c’è anche la nuova sede Istat: 190 mila metri cubi, seimila metri quadri di uffici. Ora l’Istat, grazie alla variante approvata, può avviare i cantieri e utilizzare il finanziamento di 100 mila euro assegnato dallo stato già nel 2006 e rimasto finora inutilizzabile.
Le opere stradali a servizio del centro direzionale: sono in corso dal 2009 ed erano state affidate già nel 2007 dal Provveditorato alle Opere pubbliche, ma i lavori erano rimasti fermi a causa della indisponibilità delle aree, poi sbloccate e sgomberate dal Campidoglio dando nuovi locali a residenti e imprese. Nel comprensorio si stanno portando avanti quattro interventi principali di viabilità, per circa 4 chilometri di nuove strade e 2 di strade esistenti in ristrutturazione. Tra le opere previste ci sono due sottopassi, una galleria di 100 metri, un cavalcavia e un ponte pedonale di collegamento con la nuova Stazione Tiburtina (vedi qui appresso). I lavori, informa il Campidoglio, “sono coordinati dall’ufficio Attuazione SDO del Dipartimento Periferie di Roma Capitale e condotti per circa il 70% dal Provveditorato alle Opere pubbliche in qualità di stazione appaltante”. Come il campus universitario, le opere viarie saranno concluse entro il 2013.
Il ponte pedonale: dalla nuova piazza Quintiliani partirà un ponte meccanizzato che unirà direttamente la piazza (e con essa il centro direzionale) alla nuova Tangenziale “interna” e alla nuova Stazione Tiburtina, facendone di fatto il terminal urbano e costituendo un sistema integrato tra metropolitana, percorso ciclo-pedonale, ferrovia e viabilità su strada; il tutto a servizio dello SDO e delle sue attività.
Edifici pubblici, un moderno campus accademico, un quartiere che cambia volto, la rete stradale e dei trasporti concepita in armonia con il progetto urbanistico: il via ai lavori di Pietralata, ha detto il sindaco Alemanno, è l’alfa di “una grande opera strategica per la città”.
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